Crollo Roma, cosi' non va. Basta alibi, ora serve il filotto

Dire che sono deluso è probabilmente riduttivo. E non per il risultato, bensì per ...


Dire che sono deluso è probabilmente riduttivo. E non per il risultato, bensì per la prestazione offerta dalla squadra, fragile e senza idee, al cospetto di un Milan solido e creativo.
L'1-3 incassato dalla Roma nella sfida di San Siro contro i rossoneri rappresenta, assieme a quelle con Genoa e Slavia Praga, una delle sconfitte giallorosse più brutte e dolorose di questa stagione. Innanzitutto perché arrivata a pochi giorni dall'eliminazione in Coppa Italia per mano della Lazio: mi sarei aspettato una reazione feroce, che invece è stata timida e si è limitata ai cinque minuti iniziali. In secondo luogo, perché di tutti i buoni segnali emersi nel mese di dicembre non se n'è visto nemmeno uno (come già nel Derby), e ha cominciato a venirmi il sospetto che siano svantiti definitivamente.

Certo, quando manca Dybala è tutto molto più difficile per gli ingranaggi giallorossi: la manovra - prettamente condotta per linee orizzontali - diventa prevedibile e ciò consente agli avversari di avere tempo di chiudere le fonti di gioco alternative. È accaduto anche ieri sera. Ma l'assenza della Joya non può essere una scusate. O meglio, può esserlo a volte, ma non sempre. Piuttosto bisognerebbe trovare un'alternativa alla fantasia dell'argentino, dal momento che purtroppo gli infortuni lo costringono spesso a restare fuori dal campo.

Ed proprio quello degli infortuni un altro alibi a cui bisogna evitare di appellarsi costantemente. Non perché si voglia sminuire il valore dei guai fisici che stanno cadendo a grappolo sulla rossa giallorossa, ma perché a un certo punto la risposta alle lamentale è soltanto una: la Roma non è l'unico club a dover fare fronte a numerose assenze. Si prende di petto la situazione, magari concentrando l'attenzione sui metodi dello staff atletico e medico, e si cerchi di risolverla senza piangersi addosso. Magari intervenendo sul mercato con l'acquisto di giocatori meno inclini allo stop.

Detto ciò, mi soffermo brevemente sui singoli solo per esprimere la mia solidarietà a Lukaku, che per quanto si è battutto - e si batte solitamente - merita un plauso particolare, e per sottolineare l'ottimo ingresso di Pellegrini, come sempre attento ad onorare la fascia di capitano. Oltre a procurarsi il rigore poi segnato da Peredes, Lorenzo è uno dei pochi che ha reagito d'orgoglio allo show rossonero, cercando la porta avversaria con convinzione. Insufficienti tutti gli altri ad eccezione di Svilar, incolpevole sui gol subiti.

Amici il momento è ahinoi abbastanza complicato, anche se la stagione è ancora lunga. Io resto delle convinzione iniziale che la Roma può centrare la qualificazione in Champions League. E sono ovviamente convinto che Mourinho sia l'uomo giusto per il riscatto giallorosso. Urge, però, un immediato cambio di rotta. All'orizzione ci sono tre gare sulla carta abbordabili ma allo stesso tempo difficili contro Verona, Salernitana e Cagliari. Le ambizioni della Magica per il prosieguo di campionato passeranno da qui.

Daje Roma, rialzati!

Amantino Mancini