La partita più lunga della storia, la delusione più grande degli ultimi tempi. Fiducia nel futuro...

Perdere in finale è sempre struggente, ai rigori è ancora peggio. Ma la Roma ...


La partita più lunga della storia, la delusione più grande degli ultimi tempi per il popolo giallorosso. Perdere in finale è sempre struggente, ai rigori è ancora peggio. Ma la Roma esce a testa alta dalla Puskàs Arena di Budapest, consapevole che era impossibile dare di più nel corso della stagione. Consapevole che il proprio cammino in Europa League avrebbe meritato un epilogo sicuramente migliore.

Quello della sconfitta è un valore importante, uno dei primi che vanno trasmessi alle nuove generazioni. E premetto anche che non sono solito soffermarmi troppo sugli arbitraggi. La sconfitta va accettata riconoscendo il valore dell’avversario. Però non posso fare a meno di dire che un po’di amarezza c’è per come l’arbitro ha condotto la partita. Lo ha sottolineato mister Mourinho nelle interviste post-gara: si è avuta l’impressione di essere penalizzati. Mi riferisco innanzitutto al rigore negato alla Roma dopo il tocco di mano di Fernando, e poi alla mancata espulsione di Lamela, reo di una brutta gomitata ad Ibanez e di un fallo al limite nel recupero del secondo tempo supplementare. El Coco – che tra l’altro stimo molto – si è poi rivelato decisivo segnando uno dei quattro rigori che hanno permesso al Siviglia di alzare la coppa. Non un dettaglio di poco conto…

Chiusa questa parentesi, voglio entrare nel merito della partita facendo subito notare una cosa a chi evidenzia il predominio degli spagnoli per definire «complessivamente meritata» la sconfitta della Roma: ok la supremazia territoriale e il cercare di sviluppare una manovra tramite possesso, ma ciò non ha senso se poi il tutto non si converte in pericolosità. Tradotto: la Roma, pur facendo registrare soltanto il 36% di possesso palla e pur tirando 7 volte in meno del Siviglia, è stata la squadra più pericolosa. Lo dimostra il dato sugli Expected Goals (gol previsti), che vede i giallorossi a quota 2.15 e gli andalusi a 1.02.

Per il resto, la Roma ha fatto la partita che doveva fare, quella che Mourinho aveva chiesto ai ragazzi: sacrificio e determinazione dall’inizio alla fine. Peccato che si sia dovuto rinunciare a un bel po’ di rigoristi, per un motivo o per un altro.

Ho apprezzato molto la generosità di Dybala, autore dell’illusoria rete del vantaggio con una giocata delle sue. La Joya non era in condizioni ottimali, ha saputo gestirsi e fare la differenza, nonostante la difesa avversaria gli abbia riservato un trattamento abbastanza duro. Bene anche Smalling, un autentico muro come sempre, e Matic, la cui esperienza ha dato grande fiducia alla squadra. Mi dispiace per Mancini, dopo l’assist per Paulo ha fatto autogol e ha sbagliato il rigore. Per quanto suda la maglia non avrebbe meritato questo peso.

Veniamo, infine, alle vicende legate alla panchina. Ho sentito le parole di Mou. Per me è un grande, perché ha il coraggio di dire quello che pensa in ogni circostanza. Lo Special ama la Roma, ama la squadra, ama i tifosi giallorossi, vorrebbe mettere la loro felicità davanti a tutto. Ma è sempre un professionista e fa bene a chiedere garanzie, dato che è a lui a dover rispondere dei risultati. Spero che sarà accontentato dalla società, affinché la Magica possa ripartire sulle basi solide di questi ultimi due anni. 

Daje Roma!

Amantino Mancini