Siamo in finale di Europa League!!!

Siamo in finale di Europa League amici! Che serata a Leverkusen, ricca di pathos, ...


Siamo in finale di Europa League amici! Che serata a Leverkusen, ricca di pathos, sofferenza e lacrime. Lacrime di gioia come quelle del mister a fine partita, commosso nell’esultanza sotto il settore ospiti della Bayer-Arena. Ci ha creduto dall’inizio ed è stato ricompensato dai suoi ragazzi, che si sono armati di coltello tra i denti ed hanno fatto la partita che lui voleva. La stessa, per certi versi, che fece la sua Inter nel 2010 in occasione della semifinale di ritorno di Champions a Barcellona.

Il copione del match è stato chiaro fin dall’inizio (anche se la prima occasione ce l’ha avuta Pellegrini dopo appena un minuto): il Bayer Leverkusen all’attacco e la Roma a difendere cercando di ripartire. Ci è riuscita raramente, bisogna dirlo. Ma poco importa, perché il muro di Mou ha retto alla perfezione e perché i tedeschi hanno un po’ peccato di concretezza negli ultimi trenta metri. La Roma ha corso solo due veri rischi: la traversa di Diaby (che spavento!) e il tiro di Azmoun all'80'. Per il resto, il Leverkusen è riuscito a tirare soltanto da fuori area, con poca incisività peraltro. Merito anche dell’ottimo lavoro del centrocampo, che ha seguito diligentemente la saggezza tattica dell’uomo che siede sulla panchina giallorossa. 

Limitare le linee di passaggio a Palacios è stata un’indicazione chiave, anzi fondamentale. Proprio come si è rivelato fondamentale l’ingresso in campo di Wijnaldum, inserito da Mou per migliorare la gestione del palleggio e aumentare la densità. Poi ovviamente, il migliore è stato Matic, per il quale davvero non ho più parole. Corre, recupera, smista: quantità e qualità senza mai abbassare il livello di intensità. Un po’ come Bove, passato dalla mediana alla fascia mantenendo sempre lo stesso dinamismo e lo stesso atteggiamento combattivo. L’ho detto l’altra volta e ci tengo a ripeterlo: teniamocelo stretto.

Tornando alla partita, la sofferenza nel finale è stata tanta. Riuscire a difendere lo 0-0 dopo la vittoria dell’andata (1-0) era una missione difficilissima. Solo una squadra di gladiatori poteva compierla. Che emozioni! Queste sono le serate che rendono appieno l'idea di quanto il calcio possa essere affascinante, di quanto possa andare oltre la mera bellezza.

A Budapest, contro il Siviglia, mi aspetto una gara ancora più difficile. Però sono ottimista. Come dice un mio ex mister (Spalletti, che saluto): "Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli". E io vedo tanti uomini forti e determinati in questo club.

Daje Roma, vinci per noi!

Amantino Mancini