Eccoci al terzo degli appuntamenti incentrati sulle moderne metodologie d’allenamento ...
Ciao amici! Eccoci al terzo degli appuntamenti incentrati sulle moderne metodologie d’allenamento. Nel primo vi ho proposto un’infarinatura generale. Nel secondo abbiamo visto come si è evoluta la preparazione dei portieri. Mentre oggi ci occupiamo dei difensori, partendo sempre da un presupposto chiave: il calcio è cambiato.
Il calcio è cambiato e con esso le caratteristiche e le qualità richieste ai calciatori del reparto difensivo. Sempre meno squadre affrontano le partite disponendo una marcatura “a uomo”. Si preferisce adottare quella “a zona” perché meno dispendiosa fisicamente e più congeniale alle nuove trame di gioco. A tal proposito c’è da evidenziare un ulteriore aspetto riguardante il ruolo del difensore moderno: non solo deve sapere proteggere l’area di rigore, ma deve anche partecipare allo sviluppo della manovra e saper offendere. Il tutto mettendosi in condizione di poter rimediare in caso di transizione negativa.
Lo abbiamo introdotto l’altra volta: è il cosiddetto “fenomeno” della costruzione dal basso, che ha come obiettivo procurarsi un vantaggio in termini di spazi da attaccare sulla pressione avversaria.
Con la ripartenza dal basso, il difensore – assieme al portiere – è a tutti gli effetti il propiziatore della manovra della propria squadra. Tenendo conto di questo e di quanto ci siamo detti finora, il difensore moderno deve avere delle peculiarità ben precise.
Partiamo dagli esterni bassi, chiamati ad essere attenti lettori del movimento dei propri colleghi di reparto e dei centrocampisti. Ciò vale in fase di impostazione (quando è necessario offrire un’alternativa di passaggio), ma anche in fase di ripiego (nel momento in cui bisogna andare a coprire gli spazi rimasti scoperti). Inoltre, i giocatori che ricoprono tale ruolo devono essere capaci di crossare o calciare in corsa verso la porta, nonché abili nell’uno contro e negli inserimenti. Se oggi questo vi sembra scontato, tenete conto che un tempo il compito principale del terzino era marcare l’ala avversaria, non quello di attaccare e coprire a tutta fascia.
Bene, dovendo oggi percorrere la fascia decine di volte, spesso e volentieri a una velocità sostenuta, si intende che la resistenza per l’esterno basso è un fattore imprescindibile. Come allenarla? La resistenza può essere allenata in tanti modi. Mi vengono in mente le variazioni di velocità, il metodo del corto-veloce e molteplici altri esercizi basati sulla corsa in ambienti che presentano intralci. Sarebbe impossibile elencarli tutti in solo articolo. Quindi mi soffermo su un filone che più è attinente alle dinamiche calcistiche moderne, quelle contrassegnate dall’ottimizzazione delle energie per via del calendario fitto di eventi.
Veniamo al dunque: si è osservato che durante una partitella i giocatori compiono vari tipi di sforzi, essendo i loro movimenti condizionati dalla presenza in campo di molteplici variabili, come il pallone, gli avversari ed anche i compagni di squadra. La resistenza del giocatore è stimolata dalla continua attenzione che viene richiesta dalle diverse situazioni di gioco, provocando un cosiddetto “affaticamento psicofisico“, un affaticamento che comporta un aumento della stanchezza, dovuta alla tensione nervosa, senza andare a gravare eccessivamente sul fisico.
Ecco spiegato perché, oggigiorno, i tecnici propendono sempre meno per i gradoni preferendogli allenamenti basati su esercizi che prevedono l’uso del pallone. Esercizi che, tra le altre cose, aumentano la capacità del giocatore di risolvere problemi legati alle dinamiche di gioco.
Ai centrali, fino a qualche tempo fa, era richiesta la capacità di saper leggere palla coperta e scoperta, di saper mantenere le marcature e di farsi valere negli anticipi e nel gioco aereo. Oggi, con la ripartenza dal basso, queste tre cose non bastano più: proprio come tutti gli altri giocatori, i difensori centrali sono chiamati a partecipare alla manovra. Pertanto, oltre a quelli in ottica difensiva, svolgono esercizi mirati a migliorare tecnica, reattività, velocità di pensiero e sicurezza. Esercizi indirizzati alla costruzione, sia a palla lunga sia elaborata. L’obiettivo finale è che il centrale faccia proprie – anche se in maniera molto approssimativa – le caratteristiche del regista.
Il prossimo appuntamento: focus sui centrocampisti
Amici spero vi sia piaciuta la mia analisi e che tornerete a leggermi. Il prossimo articolo riguarderà i centrocampisti. Un saluto a tutti!