Il sogno infranto

È stato un colpo al cuore vedere il Brasile lasciare il Mondiale così immeritatamente ...


Che tristezza amici. È stato un colpo al cuore vedere il Brasile lasciare il Mondiale così immeritatamente. Ha attaccato per oltre cento minuti, dominato il campo e creato occasioni pericolose. La semifinale era lì, a un passo. È sfuggita come peggio non poteva.

Ci mancherebbe, vanno fatti i complimenti alla Croazia, sempre in raddoppio, sempre lì a contenere con una solidità mostruosa. Ma l’amaro in bocca resta. La lotteria dei rigori è davvero spietata, una roulette russa condizionata da tanti fattori, come avevamo già visto in Marocco-Spagna. Chissà se Neymar avesse tirato per primo cosa sarebbe successo. Poteva dare sicurezza ai compagni e toglierne agli avversari. Ma è pur vero che col senno di poi tutti sono bravi.

È un peccato amici, O’Ney ci stava mettendo l’anima e non meritava – come tutti noi – un epilogo del genere, dopo aver segnato un gol che pareva gridare al mondo la forza della Seleçao. Una forza che, a sua volta, sembrava poter far fronte ad ogni tipo di imprevisto fino alla Coppa.

 

Guardare avanti nel segno della continuità

Detto questo, bisogna guardare avanti. E una delle certezze del futuro del Brasile è che dovrà proseguire senza Tite. Sono curioso di vedere chi sceglierà la Federazione per sostituirlo. Personalmente vorrei fosse qualcuno che dia continuità al progetto. Perché, nonostante la delusione di ieri e la sconfitta in finale di Coppa America, bisogna riconoscere che il Brasile visto negli ultimi due anni è una squadra ben organizzata, capace di conciliare fantasia ed equilibrio mantenendo fede all’identità verdeoro. Quasi una macchina spietata. L’ho sempre detto e lo ripeto anche oggi, in una delle giornate più dolorose della storia calcistica brasiliana.

Forza Seleçao

Amantino Mancini