Tre punti al fotofinish per una giusta vittoria

La mia analisi sul match di ieri tra Spezia e Roma, dove la squadra ...


Mamma mia che partita amici... una vera e propria sudata! Per fortuna per la Roma, però, questa volta si può esultare davvero: ci vogliono 98 minuti (ma il rigore è stato assegnato durante il recupero effettivo, non oltre, visto che già ho letto qualche allusione sbagliata) ma alla fine i giallorossi, in superiorità numerica per un intero tempo a causa della doppia ammonizione di Amian, riescono a strappare la vittoria allo Spezia di Thiago Motta, molto ben messo in campo.
E anche guardando gli altri match delle grandi di quest’anno, non era scontato tornare a casa con 3 punti guadagnati dopo una partita che aveva visto la Roma prendere due pali e due traverse, l’estremo difensore spezzino Provedel uscire con 8 in pagella, e più in generale la squadra di casa giocare solidamente e ben organizzata, pronta in contropiede a far male in ogni singola disattenzione.
Il match, infatti, fino all’ultimo secondo si era svolto con un copione abbastanza ripetitivo, con la Roma che timidamente faceva girare il pallone in orizzontale per allargare lo schieramento dei giocatori liguri, e questi che in risposta cercavano di far male con le ripartenze, impostate molto bene dall’ex di turno, il più talentuoso tra i bianchi, Daniele Verde.
Per i giallorossi, invece, a giocare tra le linee generando il maggior numero di occasioni era il solito, bravissimo, Lorenzo Pellegrini. A me questo giocatore piace tantissimo: è estremamente tecnico, e si vede chiaramente quando manca perché la Roma fa molta più fatica a portare la palla in area avversaria.
Nella partita di ieri più di una volta ha creato problemi allo Spezia, con assist e tiri da fuori (miracolosa la parata di Provedel che devia il tiro sul palo, il migliore in campo probabilmente per la squadra di Thiago Motta), e insieme al subentrato Zaniolo è sembrato quello più convinto a sbloccare la partita dei giallorossi.
Voglio fare anche un grande applauso al numero 22 della Roma: è entrato concentrato, ignorando tutte le polemiche delle ultime settimane, e con la sua tecnica e il suo strapotere fisico è riuscito veramente a dare qualcosa in più all’attacco giallorosso. Non è un caso che su quell’ultimo pallone ci si sia avventato proprio lui, con coraggio e prepotenza, centrando due traverse con un solo tiro (incredibile!) e rimediando un calcione in faccia che gli ha fatto guadagnare un rigore nettissimo.
Che bravo anche il giovane Zalewski, esterno alto della Primavera di Mister De Rossi che per tutta la partita si è sacrificato tornante sinistro per il suo allenatore Mourinho... con le dovute proporzioni un po’ come faceva Eto’o al tempo del triplete dell’Inter. 
Un ultimo applauso, ma in questo primo anno sono già molti, se lo merita Tammy Abraham. Uno o due errori durante la partita non l’hanno deconcentrato, e non era da tutti prendere in mano quell’ultimo pesantissimo pallone e posizionarlo sul dischetto di rigore, battendo con freddezza e precisione un portiere che aveva già dimostrato di essere in una splendida forma. Un gol importante, un macigno, che ha proiettato la Roma di Mourinho in classifica a 6 punti dalla zona Champions League, attualmente occupata dalla Juventus in quarta posizione. Senza montarsi la testa, e senza sognare troppo in grande, è già un successo che in questa stagione così altalenante in questo punto della stagione tutto ciò sia ancora possibile.
Ora però, come sempre, bisogna dare continuità ai risultati. E quale migliore occasione di Roma-Atalanta, in programma sabato prossimo alle 18.00 allo Stadio Olimpico, per rimanere nelle posizioni che contano, proprio togliendo terreno ai bergamaschi?
Anche perché subito dopo si va in Olanda per l’Europa Conference League, l’unico trofeo che la squadra di Mourinho deve davvero concentrarsi a portare a casa.

Amantino Mancini