Analizziamo l’ultima uscita in Serie A della Roma di mister Mourinho, che sabato pomeriggio ...
Bentornati sul mio blog, amici in Italia... anche oggi ci ritroviamo ad analizzare l’ultima uscita in Serie A della Roma di mister Mourinho, che sabato pomeriggio allo Stadio Olimpico, davanti ai suoi tifosi, si è trovata ad affrontare l’Hellas Verona di Igor Tudor, riportando un altro pareggio di 2 a 2 come quello della scorsa settimana sul campo del Sassuolo.
Che posso scrivere? Un primo tempo shock, non ci sono altre parole. La migliore formazione, schierata in campo per far fronte alle tante assenze dovute a un mini-cluster di Covid scoppiato dentro Trigoria, risulta completamente imbambolata e inoffensiva per i primi 45 minuti, incassando due gol senza tirare praticamente mai in porta, ad eccezione di un destro forte ma centrale del capitano Lorenzo Pellegrini.
La partita ci mette 5 minuti a sbloccarsi, con la squadra veneta che concretizza perfettamente uno schema su calcio di punizione, smarcando Ilic sul vertice basso dell’area che crossando teso trova la respinta corta di Rui Patricio e il successivo tap-in vincente di Barak, colpevolmente lasciato senza marcatura (come spesso accade quest’anno) dalla difesa della Roma.
Il copione poi è sempre lo stesso che abbiamo visto nelle precedenti partite: la squadra giallorossa prova ad alzare il ritmo, ma fatica incredibilmente a portare la palla avanti e così si affida ai lanci lunghi che non sempre vengono controllati dal duo Abraham-Felix, e così il Verona può continuare ad amministrare intelligentemente.
Come fa al 20’, quando con una ripartenza perfetta arriva facilmente in area siglando il 2 a 0 con una botta ravvicinata di Tameze. Complimenti al Verona, messo benissimo in campo da Tudor, ma anche qui viene da domandarsi dove sia finita la concentrazione dei reparti di Mourinho!
Dopo il 3 a 0 addirittura annullato a Simeone jr per fuorigioco, il primo tempo si può dire concluso così, tra gli assordanti fischi dello Stadio Olimpico nei confronti della sua squadra.
Serve immediatamente una scossa, Mourinho lo sa, e quindi nel secondo tempo si ripresenta in campo con Veretout al posto del peggior Sergio Oliveira visto finora a Roma, e con il giovanissimo Zalewski che, invece, prende il posto di Vina sulla fascia sinistra.
Qualcosa si incomincia a vedere nel gioco dei giallorossi, ma è soprattutto al 60’ quando entrano prima Cristian Volpato, classe 2003, e poi Edoardo Bove, classe 2002, che la Roma riesce a rialzarsi in piedi. Il primo, infatti, ci mette soltanto 3 minuti a siglare il suo primo gol in Serie A portando il punteggio sull’1 a 2 grazie ad una respinta di prima intenzione di collo sinistro sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Mentre al secondo ce ne vogliono 6, anche lui sul proseguo di un’azione di corner: voglio veramente applaudire questo gol, perché rivendendolo capisco quanto sia stato intelligente il giovane primavera della Roma a stoppare il pallone a mirare forte di collo pieno sul primo palo, individuando uno spazietto veramente minuscolo tra la difesa del Verona e il palo coperto da Montipò. Il punteggio si fissa quindi sul 2 a 2, e nonostante un assedio rocambolesco sul finale, così finisce.
Analizzando l’intero match, quindi, mi verrebbe da pensare che più di una batteria sia scarica tra le fila dei giallorossi, e che forse proprio l’innesto di forze fresche dalle giovanili, ragazzi che veramente hanno la fame del campo e la voglia di dimostrare qualcosa, possa far uscire le soluzioni che in questa stagione José Mourinho sembra non riuscire a trovare.
Alla fine, perché no? È così che esplodono i giovani e sarebbe un errore non tenerne conto!
Vedremo già domenica prossima contro lo Spezia.