Finalmente la pausa nazionali

Pronti, partenza e via e la Roma di Mourinho, chiamata a dare ben più ...


Pronti, partenza e via e la Roma di Mourinho, chiamata a dare ben più di una risposta sul campo agli ultimi risultati deludenti (non solo per colpa degli arbitri), va subito sotto di un gol. Da calcio di punizione, infatti, i padroni di casa del Venezia riescono a siglare l’1 a 0 al terzo minuto con Caldara. Un inizio terrificante, soprattutto perché segno di scarsa concentrazione.

Ancora una volta la Roma è quindi costretta ad inseguire partendo da situazione di svantaggio, una condizione che nell’ultimo mese si è ripetuta sempre e che l’ha vista spuntarla soltanto nella trasferta cagliaritana.

E anzi, la squadra di José Mourinho riuscirebbe anche nell’impresa, rischiando qualcosa ma chiudendo il primo tempo in vantaggio dopo aver guadagnato un calcio di rigore con Abraham, poi negato per fuorigioco del capitano Pellegrini, preso un palo sempre con l’ex-Chelsea, pareggiato con Shomurodov in mischia, e poi definitivamente ribaltato il risultato sempre con il suo numero 9 che si dimostra un ottimo attaccante stoppando di petto, controllando e poi scaricando in porta di sinistro proprio allo scadere.

Menomale mi sono detto, almeno si va negli spogliatoi in fiducia e la partita non può che mettersi bene... e invece questi sono discorsi che, ultimamente, non si possono più fare!

Perché la Roma riparte subito forte, con Ibanez che di testa, nonostante il contatto del portiere neroverde Romero, riesce quasi a portarla sull’1 a 3, salvo poi essere interrotto sulla linea di porta dall’acrobazia di Haps, ma poi come spesso succede ci pensa la terna arbitrale a tagliarle le gambe.

L’arbitro Aureliano, infatti, assegna al Venezia un rigore per un contatto che non esiste, con Caldara che alza appositamente la gamba sul rinvio di Cristante... un fallo ben meno evidente di quello di Kjaer su Pellegrini all’Olimpico contro il Milan, che comunque non fu fischiato.

Rigore per il Venezia, e 2 a 2 dell’interessantissimo esterno mancino Aramu.

La Roma produce un paio di altre occasioni, di cui una con Carles Perez sicuramente sprecata (ma quanto ci metti a tirare?!?), ma si fa trovare poi scoperta da una verticalizzazione che taglia i centrali di difesa e mette l’attaccante neroverde Okereke davanti a Rui Patricio per il comodo gol del controsorpasso.

Riecco i giallorossi sotto, e riecco la giostra di sostituzioni di Mourinho che sul 3 a 2 inserisce praticamente solo giocatori offensivi, non sortendo però nessun effetto desiderato e, anzi, rischiando di portare la Roma ad un doppio svantaggio evitato soltanto da due miracoli dell’estremo difensore e da una traversa.

Ancora, decisamente, è troppo poco quanto riesce a dimostrare la Roma in questo periodo, ma bisogna dire che stanno diventando troppe le recriminazioni arbitrali che la riguardano. Neanche quando giocavo io, quando Mourinho sedeva sulla panchina avversaria, mi ricordo un trattamento simile da parte degli arbitri, e mi chiedo se le recenti lamentele ufficiali abbiano contribuito a tutto questo. Mi chiedo anche se il tecnico portoghese, ora che invece è all’interno, si renda conto di cosa vuol dire far parte della Roma.

Una cosa è certa: questa pausa nazionali cade a pennello, e da’ a tutto l’ambiente qualche giorno per riordinare le idee, i muscoli e la strategia.

Alessandro Amantino Mancini