La magia di Amantino Mancini nel Derby di Roma: il -Tacco di Dio-

Amantino Mancini ha segnato uno dei goal più belli della storia del Derby della ...


Quando nell’inverno del 2003, l’allora direttore sportivo della Roma Fanco Baldini lo notò in Brasile, capì subito due cose: Amantino Mancini aveva le qualità per poter far bene anche in Italia, ma inserirlo fin da subito in una rosa piena di campioni come quella giallorossa, rappresentava un potenziale rischio.

Il gioiello dell’Atletico Mineiro era reduce da una stagione da 15 goal in 25 partite in Brasile, cosa questa che gli consentì di lottare per la classifica del cannonieri del Brasileirao con gente del calibro di Romario e Luis Fabiano, ma non era propriamente un attaccante, era anzi un giocatore che doveva probabilmente ancora trovare la sua vera posizione in campo. Secondo alcuni era un esterno offensivo capace di coprire tutta la fascia con estrema facilità, secondo altri invece aveva addirittura le potenzialità per diventare il futuro terzino destro della Nazionale brasiliana.

Quello che era certo è che aveva bisogno di farsi le ossa da qualche parte e così quel ragazzo di 22 anni, che ad inizio carriera si era guadagnato il soprannome di ‘Mansinho’, ovvero il mansueto, venne dirottato al Venezia, dove ad attenderlo ci sarebbero stati sei mesi di apprendistato in Serie B.

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Articolo originale su goal.com